PIZZA: corretta associazione degli alimenti

corretta associazione = digerire meglio

Anche le farciture sulle pizze debbono tener conto del corretto abbinamento degli alimenti.
Questo metodo di farcile aiuta la digeribilità della PIZZA.


Dal documento tratto da: la Nuova Dietetica di cui al punto 7 - Alimenti acidi con amidi o proteine risulta si evince:

Cibi e bevande acide e cioè aceto, limone, succhi di frutta, frutta acida, bevande zuccherate e acidule, non andrebbero assunti con gli amidi poiché questi hanno bisogno di un ambiente alcalino; ma nemmeno con le proteine perché inibiscono la secrezione acida.
Quando il pasto è troppo complesso, in genere un normale “pranzo completo”, costituito da un primo piatto di cereali, un secondo piatto di proteine, cui spesso seguono la frutta, e magari un dolce, la digestione risulta incompleta, lunga e difficile. Resti di cibo digerito male facilmente danno il via a processi di fermentazione e di putrefazione nell’intestino.
Durante questi processi si sviluppano gas e sostanze tossiche. Il diffondersi in misura variabile di questi prodotti nel corpo coincide con l’indebolirsi delle difese dell’organismo, e reclama poi un grande impegno da parte degli organi deputati alla depurazione, soprattutto fegato e reni.
I processi fermentativi e putrefattivi aumentano di molto la temperatura addominale interna, proprio perché allo stomaco e all’intestino deve arrivare una grossa quantità di sangue, necessaria per superare gli ostacoli digestivi; ciò favorisce una proliferazione di germi patogeni. Tutti questi fattori danno origine non solo ai disturbi che possono essere messi in relazione con la funzione digestiva propriamente detta (cefalea, sonnolenza dopo i pasti, eruttazioni acide, bocca impastata, diarrea, stitichezza, gonfiore addominale), ma anche a malattie che interessano organi apparentemente non connessi con l’addome, come il naso (raffreddori), la gola (tonsilliti, faringiti), l’orecchio (otiti), l’apparato genitale e urinario (cistiti e vaginiti).
Documento tratto da: la Nuova Dietetica