Anno 2022: + import - export cerealicolo

Da Agricoltura.it, leggendo l’articolo pubblicato il 15 marzo 2023, si evidenzia un saldo negativo tra importazione ed esportazione nel settore cerealicolo, una riflessione sorge spontanea.

  • Siamo la Nazione al mondo con la più elevata biodiversità cerealicola in assoluto.
  • Abbiamo la migliore Arte molitoria del mercato mondiale.
  • Gli agronomi italiani hanno un’eccellente esperienza consolidata nel tempo. Un esempio su tutti (Nazzareno Strambelli) che in passato ha risolto enormi problemi alimentari a nazioni come l’Argentina, l’Unione Sovietica ecc..
  • La nostra agricoltura e i prodotti da lei generati sono un’eccellenza a livello mondiale.
  • I professionisti italiani del settore ristorativo e del mondo pizza sono ambiti e presenti in tutto il mondo.

Tutte queste eccellenze italiane dovrebbero fare squadra (invece di andare ogn’una per la propria strada) per fare meditazione e studio sul perché, con tante competenze espresse, non si riesca almeno ad ottenere una parità economica tra import ed export onde evitare perdite economiche che incidono significativamente nel bilancio nazionale.

Aiutare il nostro settore agricolo a produrre di più, garantendo agli operatori un migliore utile dal loro lavoro (forti anche della nostra biodiversità) porterebbe sui mercati nuovi prodotti capaci di soddisfare il fabbisogno dei consumatori italiani ed esteri.

Tutto questo potrebbe, attraverso un maggiore impegno lavorativo, portare la bilancia del mercato cerealicolo, se non in attivo, certamente in parità ed evitare di regalare energie economiche ad aziende estere cui spesso ci si rivolge per semplificare risparmiare e velocizzare l’acquisto di cereali.

Questo modo di operare darebbe fiducia al settore agroalimentare, aumenterebbe il fatturato del settore e combatterebbe la monopolizzazione delle multinazionali del settore che hanno creato enormi danni all’agricoltura italiana rendendo sempre più poveri i nostri operatori.

Conclusione: generare cultura, investire sul lavoro di filiera, credere nella cooperazione, aiuta le nostre eccellenze agroalimentari, combatte la speculazione, porta i giovani all’impegno nel lavoro e favorisce la creatività.

Renato Andrenelli